CHI SONO IL PROGETTO e... PERCHE'

Mi chiamo Massimo, sono un Coach ACTP con diploma in PNL (INLPTA)

ed il mio mondo è sempre stato quello dell’informatica da quando avevo 11 anni. Tuttavia, la mia curiosità mi ha portato ad esplorare tanti altri campi e a viaggiare nel mondo per lavoro.

Una delle esperienze più fulminanti è stata la mia permanenza in Giappone dove è nato il mio primo figlio. In quel luogo magico ho cominciato a riflettere sul perché delle cose e ho deciso che le coincidenze non esistono. 

Oggi le mie passioni sono la fotografia, la corsa, la grafica digitale ma, soprattutto, il forte desiderio di contribuire in modo più significativo  nella vita delle persone. Così parte DoYouMind

Il progetto nasce dall’esigenza di aiutare ragazzi e genitori ad affrontare il mondo oggi con gli strumenti e la consapevolezza che a quelli della mia età non era permesso avere.


Ho visto genitori disperati, ragazzi frustrati, figli desiderosi di vivere esperienze di cui non conoscono le conseguenze. 
Ho ascoltato insegnanti totalmente alla deriva, senza la minima idea di cosa stesse passando per la mente ai propri studenti, soffermarsi a rimproverare i genitori per l’inspiegabile comportamento dei proprio figli.

Ho assistito a vuoti colmarsi da futili espedienti da cui è difficile tornare indietro. Vuoti nei ragazzi ma anche nei genitori inconsapevoli.
Ho ritenuto un mio dovere fare la mia apparizione qui per dare tutto ciò che so per aiutare i ragazzi (e, chissà, anche gli adulti) a riscoprire il proprio valore al di fuori di condizionamenti e giudizi alienanti.

Mi auguro di ricevere la collaborazione di tutti coloro che vorranno leggere, ascoltare e riflettere su quanto cercherò di comunicare.
Non c’è nessuna pretesa da parte di mia di sostituirmi ad una guida psicopedagogica professionista perché non sono io stesso un professionista.
Vi dirò ciò che so, quello che ho sentito e quello che, ho scoperto.

Vi svelerò quello che molti ragazzi sentono ma non dicono per paura di essere giudicati.

Confido nei nostri giovani, che possano fare ordine nella propria testa per crescere, imparare e lavorare in un mondo in cui non saranno condizionati dalla paura di fallire o di dover piacere a tutti costi.

Spero, insomma, che gli adulti di domani guardino ai loro stessi obiettivi fuori da stereotipi che noi genitori e la società stessa possono avergli inculcato in tenera età. 

"Non abbiate paura della bontà e della tenerezza"